sabato 23 agosto 2014

LIBRO, CINEMA E FUMETTI

LIBRO, CINEMA E FUMETTI

Ci sono tre modi classici di raccontare qualcosa, anzi quattro se consideriamo il racconto a voce.

Libro: ti costringe ad immaginare personaggi e luoghi, il risultato è che la tua interpretazione del racconto sarà diverso da quella di altra persona.

Cinema: lo stesso racconto viene ristretto a una o due ore di visione tagliando e adattando il contenuto del libro. Ti toglie la fatica di immaginare personaggi e luoghi.

Fumetti: parlando di quelli grafici ti illustrano personaggi e luoghi in modo molto semplice, con le frasi che escono dalla bocca in forma di "fumetto". Una volta venivano chiamati "cartoni animati" da cui rimane il termine internazionale di "cartoons". Il contenuto è estremamente semplificato, come lo spirito dei suoi lettori.


Adriano Balestra, 23 agosto 2014

martedì 15 aprile 2014

LA PROVA DELL'EVOLUZIONISMO

FINALMENTE LA PROVA DELL'EVOLUZIONISMO

Dopo 2.000 anni di dubbi, incertezze, teorie contrarie, finalmente la Scienza è arrivata a dimostrare la veridicità della teoria dell'Evoluzionismo dell'essere umano.

Certo la scoperta del DNA ci aveva avvicinati parecchio ma non bastava per far ricredere i convinti della teoria contraria e cioè quella del Creazionismo.

Ci son voluti secoli di esperimenti, ma nessuno dava la certezza matematica che l'Uomo era il prodotto dell'evoluzione di esseri primitivi che a loro volta erano il prodotto di altri esseri più primitivi ancora, fino a risalire alle prime forme di vita sulla Terra.

C'era per di più la teoria che l'Uomo discendesse dalle Scimmie, smentita però dalla più recente teoria che l'Uomo e le Scimmie discendessero da un comune antenato ma per linee diverse.

Finalmente un team di scienziati dopo una lunga giornata di studio , affaticati, decidono di farsi una doccia. Non appena si tolgono scarpe e calze lanciano un grido di meraviglia.

I loro piedi avevano le dita con tanto di unghie. Appendici totalmente inutili e fastidiose perché le unghie continuavano a crescere e bisognava tagliarle.
Assomigliavano alle dita delle mani ma non erano prensili (adatte alla presa).

Questo dimostra senza ombra di dubbio che in origine l'Uomo era quadrumane e con il passare del tempo le dita dei piedi si stanno atrofizzando.

A meno che qualcuno non insista sull'immagine e somiglianza.

Trieste, 14 aprile 2014

Adriano Balestra


domenica 19 gennaio 2014

ATEO, AGNOSTICO O CREDENTE

ATEO, AGNOSTICO O CREDENTE

Adriano Balestra

Questo post non è a contenuto religioso e non prende posizione a favore di nessuno dei tre termini del titolo.

E' mia intenzione solo far chiarezza sul significato letterale degli aggettivi che spesso vengono travisati (anche dagli esperti in materia).

ATEO: la A iniziale è sempre privativa e vuol dire "senza" e teo vuol dire Dio. In effetti nega l'esistenza di un dio personalizzato ma non nega l'esistenza di un'entità superiore spesso chiamata Natura.

AGNOSTICO: la A, come sopra è privativa e vuol dire "senza" e gnostico vuol dire che conosce. Quindi l'agnostico dichiara di non conoscere. Purtroppo tanti si dichiarano agnostici e non sanno cosa vuol dire questa parola.

CREDENTE: normalmente si intende chi ha fede in ciò che gli viene detto in tema di religione, senza bisogno di dimostrazioni.

Come unica considerazione, mia personale, ritengo che agnostici lo siamo tutti in quanto in tutti i campi della vita ne sappiamo poco o niente.

Adriano Balestra

19 gennaio 2014

domenica 12 gennaio 2014

IL CERVELLO E IO

IL CERVELLO E IO
Adriano Balestra

Pensavo di intitolare questo scritto "IO E IL MIO CERVELLO" ma io non sono padrone del cervello, caso mai è lui che è il mio padrone.
Quando si parla di cervello e mente si deve intendere:
Cervello = insieme di cellule e cioè neuroni (100 miliardi), glia (1000 miliardi). In pratica un ammasso chimico di circa 1 chilo e mezzo.
Mente: insieme di tutte le elaborazioni di queste cellule e cioè pensieri, memorie, istinti, ecc.
Non c'è niente di metafisico o spirituale. Lo stesso meccanismo lo troviamo in tutti gli animali (spesso in modo migliore di quello degli umani).
Comunque io e lui abbiamo un dialogo continuo e spesso in contrasto. Gli chiedo: ma perché mi hai fatto fare questo o quello?
Classico è il fatto che ti ritrovi in una stanza e non ti rendi conto perché.
Il trucco classico è quello di uscire e rifare il percorso (e funziona).
Io invece mi fermo nella stanza e dico al cervello: perché mi hai fatto venire qui?
In un attimo lui mi dice che sono lì per un libro, una camicia, un attrezzo.
Comunque io e lui ci vogliamo molto bene.
Trieste, 12 gennaio 2014