domenica 19 gennaio 2014

ATEO, AGNOSTICO O CREDENTE

ATEO, AGNOSTICO O CREDENTE

Adriano Balestra

Questo post non è a contenuto religioso e non prende posizione a favore di nessuno dei tre termini del titolo.

E' mia intenzione solo far chiarezza sul significato letterale degli aggettivi che spesso vengono travisati (anche dagli esperti in materia).

ATEO: la A iniziale è sempre privativa e vuol dire "senza" e teo vuol dire Dio. In effetti nega l'esistenza di un dio personalizzato ma non nega l'esistenza di un'entità superiore spesso chiamata Natura.

AGNOSTICO: la A, come sopra è privativa e vuol dire "senza" e gnostico vuol dire che conosce. Quindi l'agnostico dichiara di non conoscere. Purtroppo tanti si dichiarano agnostici e non sanno cosa vuol dire questa parola.

CREDENTE: normalmente si intende chi ha fede in ciò che gli viene detto in tema di religione, senza bisogno di dimostrazioni.

Come unica considerazione, mia personale, ritengo che agnostici lo siamo tutti in quanto in tutti i campi della vita ne sappiamo poco o niente.

Adriano Balestra

19 gennaio 2014

domenica 12 gennaio 2014

IL CERVELLO E IO

IL CERVELLO E IO
Adriano Balestra

Pensavo di intitolare questo scritto "IO E IL MIO CERVELLO" ma io non sono padrone del cervello, caso mai è lui che è il mio padrone.
Quando si parla di cervello e mente si deve intendere:
Cervello = insieme di cellule e cioè neuroni (100 miliardi), glia (1000 miliardi). In pratica un ammasso chimico di circa 1 chilo e mezzo.
Mente: insieme di tutte le elaborazioni di queste cellule e cioè pensieri, memorie, istinti, ecc.
Non c'è niente di metafisico o spirituale. Lo stesso meccanismo lo troviamo in tutti gli animali (spesso in modo migliore di quello degli umani).
Comunque io e lui abbiamo un dialogo continuo e spesso in contrasto. Gli chiedo: ma perché mi hai fatto fare questo o quello?
Classico è il fatto che ti ritrovi in una stanza e non ti rendi conto perché.
Il trucco classico è quello di uscire e rifare il percorso (e funziona).
Io invece mi fermo nella stanza e dico al cervello: perché mi hai fatto venire qui?
In un attimo lui mi dice che sono lì per un libro, una camicia, un attrezzo.
Comunque io e lui ci vogliamo molto bene.
Trieste, 12 gennaio 2014