venerdì 18 gennaio 2013

NEON O BASSO CONSUMO


NEON O LAMPADE A BASSO CONSUMO

Per una vita ci hanno fatto credere che la luce al neon faceva male alla vista.

Poi prendono il tubo al neon, lo piegano in quattro, lo ribattezzano con il nome di lampada a basso consumo e addirittura mettono fuori legge la fabbricazione e la vendita delle vecchie lampadine ad incandescenza.

Per essere precisi il neon é un gas che riempie la lampade a fluorescenza.

Il gas può essere diverso (argon, xeno, neon, kripton), ma l'effetto é lo stesso.

Il vetro é quello che viene verniciato all'interno e dà il colore della luce.

Altra cosa che ci fanno credere é che la durata delle lampade fluorescenti (a basso consumo) é lunghissima. La durata dipende dal numero di accensioni, per cui un utilizzo sulle scale del condominio avrà vita molto più breve che un utilizzo continuativo.

Il consumo in termini di bolletta é effettivamente più basso, come lo era quello dei famigerati tubi.

Questa purtroppo é una delle tante prese per il culo a cui siamo sottoposti.

Gennaio 2013

Adriano Balestra

giovedì 17 gennaio 2013

TELEPATIA


TELEPATIA

dal greco tele  τηλε  lontano e  patia πάϑος emozione, sofferenza

Esiste o non esiste?

Vediamo prima di chiarire di cosa si tratta.

Come tanti argomenti, che non vengono capiti, la telepatia viene semplicemente rifiutata.

Non si tratta di lettura del pensiero, perché il percorso dovrebbe partire da un cervello, entrare nell'altro cervello e ritornare.

Normalmente un cervello elabora una parola e l'altro la recepisce. Quante volte vi é successo "mi hai tolto la parola di bocca" ma vi sembra di essere ridicoli a credere che effettivamente ci sia stata una trasmissione.

Non é vero che succede solo fra persone che hanno un legame familiare o affettivo.

Non é neanche vero che si può comunicare telepaticamente intenzionalmente, bisogna trovarsi in una sintonia cerebrale naturale e momentanea.

Personalmente ho sperimentato la telepatia per tutta la vita.

Ho avuto esperienze con persone vicine ma anche con sconosciuti.

Un paio di volte mi è successo anche per telefono.

A chi non é successo a scuola di essere interrogati sull'unico argomento in cui eravate impreparati: sfiga!

Io ho sfruttato il sistema opposto per quasi tutti gli esami dell'università (36 fra scritti e orali), naturalmente no per gli scritti. Leggevo tutto il libro di testo per tre volte. Poi mi preparavo un argomento in modo più serio. Quando mi presentavo all'esame non facevo nessuna pressione psicologica e non cercavo di pensare all'argomento preparato, però regolarmente il professore mi interrogava su quello.

Più tristi sono stati i casi dei ragazzi morti nelle due guerre mondiali, le cui mamme giurano di aver sentito nello stesso istante, nonostante la distanza, l'ultimo pensiero del loro figlio.

Le mie teorie sono anche un po' azzardate perché ritengo che la velocità di trasmissione del pensiero sia superiore a quella della luce, non infinita ma quasi.

Oggi abbiamo delle conferme scientifiche sull'attività cerebrale sia interna che mediante emissione di onde elettromagnetiche.


Le onde cerebrali sono individuabili con tracciati grafici che evidenziano l'attività elettrica del cervello tramite la registrazione dell'elettroencefalogramma.

A seconda della frequenza, si dividono in:

  • onde Delta: sono caratterizzate da una frequenza che va da 0,1 a 3.9 hertz. Sono le onde che caratterizzano gli stadi di sonno profondo.
  • onde Theta: vanno dai 4 agli 7.9 hertz, caratterizzano gli stadi 1 e 2 del sonno REM.
  • onde Alfa : sono caratterizzate da una frequenza che va dagli 8 ai 13.9 hertz, sono tipiche della veglia ad occhi chiusi e degli istanti precedenti l'addormentamento.
  • onde Beta: vanno dai 14 ai 30 hertz, si registrano in un soggetto cosciente.
  • onde Gamma: vanno dai 30 ai 42 hertz, caratterizzano gli stati di particolare tensione.

La scienza oggi fa progressi velocissimi e in breve tempo riuscirà a spiegare anche la telepatia.


Gennaio 2013

Adriano Balestra

giovedì 10 gennaio 2013

ESSERE O NON ESSERE


ESSERE O NON ESSERE
AMLETO (ATTO III, scena 1) William Shakespeare1602
MONOLOGO

Traduzione di Balestra Adriano.  2008
(Questa è una semplice traduzione letterale. Quelle ufficiali sono distorte, perché il traduttore presuntuoso e invidioso del Genio,  si sente in diritto di modificare l'originale)
Amleto:
Essere, o non essere: questo è il problema:
se sia più nobile soffrire nell’animo
le fiondate e le frecce di un destino atroce,
o prendere le armi contro un mare di difficoltà,
e contrastandole, farla finita con esse?
Morire: dormire;
niente di più; e con un sonno dire che mettiamo fine
alle pene e alle migliaia di colpi naturali
che la carne eredita, è una conclusione
da desiderare fervidamente.
Morire, dormire;
dormire: forse sognare: si, lì sta l’ostacolo;
perché in quel sonno di morte quali sogni possono venire
quando ci siamo trascinati fuori da questa spirale mortale,
e devono darci riposo: lì sta l’aspetto
che rende una miseria una vita così lunga;
perciò chi vorrebbe sopportare le frustate e gli insulti del tempo,
l’ingiustizia dell’oppressore, l’insolenza dell’uomo arrogante,
gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge,
l’insolenza del potere e i rifiuti
che il merito paziente riceve dagli ignobili,
quando egli stesso potrebbe ottenere la sua quiete
con un nudo stiletto? Chi vorrebbe sopportare fardelli,
grugnire e sudare sotto una vita estenuante,
se non per il terrore di qualcosa dopo la morte,
la terra non scoperta dal cui confine
nessun viaggiatore ritorna, lascia perplessa la volontà
e ci fa piuttosto sopportare quei mali che abbiamo
piuttosto che volare verso altri che non conosciamo?
Perciò la coscienza ci fa tutti vigliacchi;
e perciò il colore naturale della risoluzione
si scolora in essa con la pallida qualità del pensiero,
e imprese di gran vigore e importanza
a questo riguardo sono deviate dai loro corsi,
e perdono il nome di azione.

SLIDING DOORS


Sliding doors


 

La porta è quella giusta

La cercavo da anni

Si apriva, si chiudeva

Mi invitava a passare

Ed io non lo capivo

Rideva il destino

Ed io me ne accorgevo

Le porte erano tante

Scorrevano in silenzio

Scorreva pure il tempo

Ed io me ne accorgevo

Adesso l’ho infilata

Ho fatto appena in tempo

Si sarebbe richiusa

Ridendo come sempre

Adesso rido io

T’ho fregata sul tempo

SPIGA DI GRANO


SPIGA DI GRANO

 

Spiga di grano,

nasci,

ti muovi al vento,

muori, ma,

non muori,

rivivi nella farina,

nel pane.

Rivivi in chi

può cibarsi di te,

ma solo in chi,

nel mondo,

ha la fortuna

di avere pane.
 
28/05/2007
 
Adriano Balestra