lunedì 11 novembre 2013

KALINKA & CHELSEA SC

KALINKA & CHELSEA SC

Il termine Kalinka si riferisce ai frutti del viburno mentre malinka (малинка) indica il lampone.
Testo russo
Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!
Ах, под сосною, под зеленою, Спать положите вы меня! Ай-люли, люли, ай-люли, Спать положите вы меня.
Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!
Ах, сосенушка ты зеленая, Не шуми же надо мной! Ай-люли, люли, ай-люли, Не шуми же надо мной!
Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!
Ах, красавица, душа-девица, Полюби же ты меня! Ай-люли, люли, ай-люли, Полюби же ты меня!
Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!
Traslitterazione
Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu jagoda malinka, malinka moja!
Ach, pod sosnoju, pod zelenoju, Spat’ položite vy menja! Aj-ljuli, ljuli, aj-ljuli, Spat’ položite vy menja.
Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu jagoda malinka, malinka moja!
Ach, sosenuška ty zelenaja, Ne šumi že nado mnoj! Aj-ljuli, ljuli, aj-ljuli, Ne šumi že nado mnoj!
Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu jagoda malinka, malinka moja!
Ach, krasavica, duša-devica, Poljubi že ty menja! Aj-ljuli, ljuli, aj-ljuli, Poljubi že ty menja!
Kalinka, kalinka, kalinka moja! V sadu jagoda malinka, malinka moja!

Traduzione (non letterale)
O viburno rosso di casa mia,
dove in giardino fioriscono i lamponi.
Bacche di bosco,
lasciatemi dormire,
sotto il pino verde odoroso.
E voi fate piano
non turbate i miei sogni leggeri.
Ma tu dolce fanciulla,
quando accetterai l’amore mio?
Dimmi che mi ami….....

Nel 2003 il magnate russo Roman Abramovič (Роман Абрамович) comprò la squadra di Calcio del Chelsea FC. Da allora Kalinka viene suonata prima o dopo le più importanti partite casalinghe del Chelsea Football Club, come ad esempio in occasione del confronto di Champions League contro il FC Barcelona e della finale di Carling Cup.


martedì 29 ottobre 2013

NIBIRU 12° PIANETA

NIBIRU, 12° PIANETA DEL SISTEMA SOLARE
IMPIEGA 3.600 ANNI PER COMPLETARE LA SUA ORBITA IN SENSO ANTIORARIO
(CONTRARIO AL SENSO ORARIO DEGLI ALTRI PIANETI)
AL TEMPO DEL DILUVIO UNIVERSALE, 13.000 ANNI FA, ERA VICINO ALLA TERRA
DILUVIO 11.000   AC
PIU' UN'ORBITA 3.600 7.400  AC
PIU' UN'ORBITA 3.600 3.800  AC
PIU' UN'ORBITA 3.600 200  AC ULTIMO PASSAGGIO VICINO ALLA TERRA
PIU' UN'ORBITA 3.600 3.400  DC PROSSIMO PASSAGGIO VICINO ALLA TERRA

Dati ricavati dal libro "Il pianeta degli dei" di Zecharia Sitchin
Elaborazione di Adriano Balestra ottobre 2013

martedì 20 agosto 2013

EURO 99,99

EURO 99,99

Ormai tutti i prezzi finiscono con un nove.
Gli esperti di marketing sanno benissimo che funziona, praticamente giocano sulla prima impressione che ha il cervello umano, cioè sulle prime due cifre.
Tu compri un articolo del prezzo di 100 euro ma ti sembra di spendere di meno. L'unica seccatura, oltre la presa in giro, è che ti ritrovi nelle tasche una monetina da un centesimo, il resto.
Io sono uno studioso del cervello e dei neuroni, tutti i 100 miliardi che abbiamo nel chilo e mezzo di materia grigia, e mentre con i prezzi cerco subito di stabilire la cifra vera, mi sono lasciato fregare in un altro campo.
Ho la casa piena di orologi, quelli a radio controllo, prezzo infimo, garantiti made in China (funzionano alla perfezione).
Se mi alzo di notte, guardo l'orologio sul muro e memorizzo l'ora sulle prime due cifre, non facendo caso alle altre due dopo la virgola (parliamo di digitale).
Quando ritorno a letto, guardo la sveglia a lancette (parliamo di analogico) sul comodino e scopro che non sono le quattro virgola qualcosa, ma le cinque meno un paio di minuti.
Qui dobbiamo per forza credere al detto popolare "la prima impressione è quella che conta".
Morale, adesso ho vicino ad ogni orologio digitale, uno a lancette, bello grande e, naturalmente, cinese.
A proposito del made in China, per i detrattori, ho due super centraline, posizionate sul poggiolo, con trasmissione dati a distanza, una per ora, temperatura, umidità, e una meteorologica per vento, pioggia, previsioni. Inoltre ho un orologio radio controlled a parete.
La marca di dei tre apparecchi è "OREGON scientific". Sul libretto della stazione meteo c'è scritto "made in Hong Kong" da tanti anni Cina. Sull'orologio (non sul libretto) c'è scritto "made in prc" Popular Republic of China.
Adriano Balestra 20/08/2013


giovedì 18 luglio 2013

QUANTO E' BELLA LA VITA

QUANTO E' BELLA LA VITA

La vita dura dalla nascita alla morte, tranne per chi ne avrà una seconda dopo la morte. Beato lui o disgraziato lui, se ripeterà la squallida esperienza della prima.
Non è il caso mio in quanto ho la tranquilla certezza che tutto finirà in quel giorno.
Quindi niente premi e niente castighi.
Voglio però dare alcuni consigli per vivere nel modo migliore il periodo che la Natura ci ha assegnato.
Noi abbiamo un passato, un presente e un futuro.
Il futuro non possiamo conoscerlo ma possiamo progettarlo e cercare di ottenere dei risultati vicini alle nostre aspettative.
Il presente lo viviamo, però dura solo un istante.
Il passato è il tesoro della nostra vita. Il passato è quello di un'ora fa', di un mese fa', di anni fa'.
Il trucco per rendere significativa la vita è semplice. Guardiamoci indietro ed apprezziamo le cose che ci sembrano buone, nel contempo facciamo tesoro di quelle che sono andate male e cerchiamo di fare in modo che non succedano più.
E' tanto bello alla fine di una giornata trascorsa con amici o parenti, ma anche da soli, rivederla ed essere contenti.
E' tanto bello dopo una vita fatta di cose belle ma anche di tante sofferenze, poter dire: tutto sommato lo rifarei completamente.
Grazie Natura!


Adriano Balestra, 18 luglio 2013

sabato 22 giugno 2013

DARWIN

DARWIN
Tutti sanno chi era Charles Darwin, e i problemi che ha scatenato con la sua teoria dell'evoluzionismo in contrapposizione al creazionismo.
Pochi sanno che Darwin fece un viaggio, all'età di 22 anni, dal 1831 al 1836, durata cinque anni. Fece il giro del mondo con particolare riguardo alle coste del Sudamerica.
Nel 1859 pubblicò il libro "L'origine delle specie". Non è un libretto, siamo a livello di mille pagine.
Nel 1871 pubblicò il libro "L'origine dell'uomo" (altre mille pagine). Lui stesso, in prefazione, dichiara che il libro era pronto già all'epoca del primo, dodici anni prima, ma l'opposizione che gli fu' fatta su "L'origine delle specie" lo sconsigliò di farlo.
A tutt'oggi "L'origine dell'uomo" è ignorato o meglio censurato. Oltre a dar fastidio ai creazionisti, parla di differenze razziali e quel che più dà fastidio di differenze sessuali fra uomo e donna.
I due libri si possono scaricare da Internet, in versione italiana, sebbene in italiano dell'epoca e quindi un po' obsoleto (ma anche questo è cultura), e poi le dimensioni degli scritti, che però si possono seguire a capitoli scelti.


Adriano Balestra             22 giugno 2013

sabato 25 maggio 2013

UNO SCHIAFFO PER RICORDARE


UNO SCHIAFFO PER RICORDARE

Nel film "Le Crociate" 2005 di Ridley Scott, con Orlando Bloom, durante la difesa di Gerusalemme contro Saladino, il Cavaliere Baliano di Ibelin nomina cavalieri tutti gli uomini presenti e a un servo, dopo averlo insignito con la spada sulla spalla, gli dà uno schiaffo affinché non dimentichi quel giorno.

Nel film "Il Marchese del Grillo" 1981 di Mario Monicelli, Con Alberto Sordi, quando ghigliottinano un prete eretico, Fra' Bastiano, davanti ad un folto pubblico, Alberto Sordi dà uno schiaffo alla sua accompagnatrice e lo stesso fanno tutti i genitori con i propri bambini. Sordi spiega che così non dimenticheranno che le cattive azioni vanno punite.

Lo schiaffo è simbolico ma noi tutti abbiamo qualche ricordo dell'infanzia legato ad un trauma, piccolo o grande.

Il cervello però sa difendersi quando il trauma è troppo grande e il suo ricordo potrebbe essere dannoso. E' il caso dell'amnesia retrograda a seguito di una commozione cerebrale.

Io personalmente ho avuto tre esperienze del genere.
Incidente con la moto a sedici anni. Commozione cerebrale, prognosi riservata, qualche giorno d'ospedale e poi tutto a posto. Io tuttora non ricordo nulla, ma i presenti mi hanno raccontato il fatto.

Incidente con gli sci in allenamento per le gare di slalom gigante, cinque anni fa', non c'era nessuno e mi sono ripreso che ero in piedi. Elettroencefalogramma, visite varie e poi tutto a posto. Non ho mai saputo cos'è successo.

Incidente domestico, due anni fa', lavoro al computer seduto su una sedia tipo ufficio con le rotelline. Immagino che mentre mi stavo sedendo, la sedia è volata via. mi sono svegliato con la faccia a terra in un lago di sangue. Non ricordo assolutamente nulla.
La mia testa comunque funziona ancora bene, almeno così mi illudo io.

Adriano Balestra,                       maggio 2013

martedì 21 maggio 2013

EL CONDOR PASA


EL CONDOR PASA


El Cóndor Pasa è una zarzuela (opera teatrale musicale spagnola)  la cui musica fu composta dal peruviano Daniel Alomía Robles nel 1913 su un testo di Julio de La Paz (pseudonimo del drammaturgo limegno "di Lima" Julio Baudouin y Paz).
Questa zarzuela include anche l'omonima canzone basata sulla musica tradizionale andina del Perù, dove fu dichiarata Patrimonio Culturale della Nazione nel 2004.
El Condor Pasa raggiunse fama mondiale nel 1970 quando il  brano musicale  fu cantato dal duo Simon e Garfunkel.
Su Youtube trovate diverse versioni, quella di Simon e Garfunkel in inglese e altre suonate con il flauto di Pan modello andino.
Questo pezzo ebbe l'onore di essere inserito nel Disco d'Oro caricato sulle sonde Voyager, lanciate verso lo spazio profondo nel 1977, col compito di rappresentare l'umanità davanti ad eventuali specie extraterrestri.

Testo della canzone
Versione in spagnolo
Traduzione in italiano
Oh majestuoso Cóndor de los Andes,
llévame, a mi hogar, en los Andes,
Oh Cóndor.
Quiero volver a mi tierra querida y vivir
con mis hermanos Incas, que es lo que más añoro
oh Cóndor.

En el Cusco, en la plaza principal,
espérame
para que a Machu Picchu                                  y Huayna Picchu
vayamos a pasear.
Oh maestoso Condor delle Ande
portami a casa mia, sulle Ande
Oh Condor
Voglio tornare alla mia amata terra e vivere
con i miei fratelli Inca, che è ciò che più rimpiango
Oh Condor

A Cuzco, nella piazza principale
aspettami
affinché sul Machu Picchu                                       e sull'Huayna Picchu
andremo a passeggiare.


domenica 19 maggio 2013

PICCOLE MISURE DI SICUREZZA PERSONALE


PICCOLE MISURE DI SICUREZZA PERSONALE

Non te lo dice nessuno, forse perché non fa notizia o perché non lo sanno perché non glielo hanno detto.
Si tratta di piccoli accorgimenti che però potrebbero salvarti la vita.

AUTOBUS E TRENO
In autobus e in treno, dato che non esistono cinture di sicurezza, conviene sedersi  con la schiena rivolta al senso di marcia. In caso di incidente, non verrete proiettati in avanti. L'unico inconveniente è che vedrete il paesaggio scorrere in senso contrario, ma probabilmente lo conoscete a memoria e non lo guardate nemmeno e poi un paesaggio visto in avanti non vale una ferita e tantomeno la vita.

AEREO
Mi trovavo in aereo per motivi di lavoro e appena finita la fase di decollo, mi accorgo che il mio vicino di sedile non si slaccia la cintura di sicurezza (obbligatoria in decollo e in atterraggio). Gli faccio notare che può liberarsi da quell'impaccio.
Lui mi dice che è un medico e che poco tempo addietro si trovava in servizio all'aeroporto di Linate a Milano. Atterra un aereo che aveva subìto un vuoto d'aria. Nessun morto, ma un disastro di feriti con ossa rotte in quanto erano stati proiettati dai sedili verso il tetto dell'aereo.
Mi fa notare che la cintura, anche allentata ma allacciata (in aereo la cintura non è a tracolla ma in vita) non dà alcun fastidio anche se il viaggio dura ore.
In caso di bisogno fisiologico è chiaro che slacci la cintura. Se capita il vuoto d'aria mentre stai pisciando, farai bene ad andare dall'esorcista.

19 maggio 2013
Adriano Balestra

venerdì 17 maggio 2013

LA CIRCOLAZIONE LINFATICA


LA CIRCOLAZIONE LINFATICA

La circolazione linfatica ha il compito di drenare i liquidi accumulati nel derma e negli organi e di immetterli, sottoforma di linfa circolante, nei vasi linfatici che infine la inseriscono nel torrente venoso a livello dei grossi vasi del collo: la vena succlavia sinistra e destra.
Abbiamo due tipi di linfa:
- linfa interstiziale o liquido intercellulare, ché è plasma privato delle proteine pesanti;
- linfa circolante, che scorre nei vasi linfatici e si differenzia dalla precedente per la presenza dei linfociti e per una maggiore quantità di proteine.
Le vie linfatiche hanno inoltre una grande importanza per le difese organiche in quanto lungo i vasi linfatici troviamo quelle particolari strutture che sono le linfoghiandole o linfonodi. I linfonodi sono  dislocati lungo i vasi linfatici. Nel linfonodo possiamo distinguere una capsula connettivale esterna ed all’interno una zona corticale superficiale e una zona midollare più profonda.
I linfonodi hanno il compito di filtrare e depurare la linfa circolante e lo fanno mediante due meccanismi:
1) produzione di anticorpi da parte dei linfociti;
2) blocco meccanico di batteri, virus, cellule tumorali attraverso i macrofagi che si trovano all’interno del linfonodo.
Questo ci fa capire come qualsiasi processo infettivo rappresenti una controindicazione al linfodrenaggio.
Nel nostro corpo abbiamo 600 linfonodi che hanno la caratteristica di riunirsi in stazioni linfoghiandolari. Le stazioni linfoghiandolari si dividono in superficiali e profonde. Quelle superficiali sono facilmente palpabili e le più importanti vanno palpate prima di ogni linfodrenaggio. Quelle profonde sono localizzate a livello dei vari organi e non possono essere palpate.
La linfa giunge ad una stazione linfoghiandolare per mezzo dei collettori linfatici pre-linfonodali e fuoriesce per mezzo dei collettori linfatici post-linfonodali. La circolazione linfatica a differenza di quella sanguigna non ha l’azione di pompa del cuore e quindi è una circolazione che deve essere attivata.
L’organismo, oltre ovviamente al linfodrenaggio manuale completo che aumenta la velocità di scorrimento della linfa di 10 volte allo stesso modo dell’esercizio fisico (fare un linfodrenaggio manuale completo da un punto di vista circolatorio equivale a fare attività fisica), presenta dei meccanismi interni che tentano di pompare la linfa e che sono:


1.    contrazione muscolare (equivale all’esercizio fisico);
2.    pulsazioni delle arterie: queste ultime decorrono in senso contrario ma parallele alle vene e la loro pulsazione insieme alle valvole unidirezionali a farfalla costituisce un ottimo sistema di pompaggio;
3.    variazione della pressione intratoracica con il respiro.
I vasi linfatici si classificano in base al loro calibro in:
capillari linfatici: iniziano a fondo cieco nel derma e costituiscono la rete periferica assorbente. Sono costituiti da una unica fila di cellule poste su di una membrana basale finestrata (cioè con pori);
pre-collettori linfatici: sono quei piccoli vasi linfatici che uniscono la rete periferica assorbente ai veri e propri vasi linfatici. Essi hanno una struttura del tutto simile ai capillari e presentano in più un tessuto muscolare liscio involontario;
collettori linfatici: sono i veri e propri vasi linfatici che hanno il caratteristico aspetto a collana di perle o a chicchi di rosario, cioè presentano dei restringimenti che si susseguono. La struttura che va da un restringimento all’altro prende il nome di linfangione. I collettori si contraggono 5/7 volte in un minuto;
tronchi linfatici: derivano dall’unione dei collettori efferenti, hanno la struttura delle grosse arterie e delle grosse vene.

I vasi Iinfatici penetrano con i loro capillari in quasi tutti i tessuti dove raccolgono la linfa in eccesso negli spazi fra cellula e cellula. Nel torace sono situati i due maggiori tronchi collettori della linfa: il dotto toracico, che sbocca nella vena succlavia sinistra; e la grande vena linfatica che sbocca nella vena succlavia destra.

Balestra Adriano                                            maggio 2013

giovedì 16 maggio 2013

LA PALOMA


LA PALOMA

Narra la storia di un marinaio costretto a separarsi dalla sua adorabile compagna (Chinita) che chiede di amare il suo spirito se ritorna al balcone della sua finestra sotto forma di una bianca colomba. Un'antica storia di mare dell'Avana, nell'arcipelago dei Caraibi, narrava che le colombe (palome) portassero a casa un ultimo messaggio di amore dei marinai che si perdevano nei mari in tempesta.
Questa famosa canzone è stata scritta dal compositore spagnolo Sebastiàn de Yradier dopo la visita a Cuba nel 1861, che muore qualche anno dopo nel 1865 senza venire a conoscenza del grande successo che avrebbe avuto nel corso degli anni successivi fino ai giorni nostri. Subisce l'influenza locale dell' "habanera" , una danza di origine spagnola che si è diffusa nei secoli soprattutto nell'isola di Cuba, imprimendo il ritmo caratteristico e distintivo. Può essere considerata uno dei primi successi universal-popolari che ha interessato artisti di diversa estrazione musicale.


Cuando salì de la habana, valgame dios
Nadie me ha visto salir sino fui yo
Y una linda guachinanga como una flor
Se vino detras de mi, que si señor

Si a tu ventana llega una paloma Tratala con cariño que es mi persona
Cuéntale tus amores bien de mi vida
Corónala de flores que es cosa mia
Ay chinita que si, ay que dame tu amor

Ay que vente conmigo chinita
A donde vivo yo
Y una linda guachinanga como una flor
Se vino detras de mi, que si señor

Si a tu ventana llega una paloma
Tratala con cariño que es mi persona
Cuéntale tus amores bien de mi vida
Corónala de flores que es cosa mia

Ay chinita que si, ay que dame tu amor
Ay que vente conmigo chinita
A donde vivo yo
Ay chinita que si, ay que dame tu amor

Ay que vente conmigo chinita
A donde vivo yo

VERSIONE IN ITALIANO, NON TRADUZIONE!

A te, nella luce calda del sole d'or,
verrà la paloma bianca del nostro amor.
E tu, ripetendo lieta la mia canzon,
un di la vedrai posare sul tuo balcon.

Quella paloma svetta nel cielo azzurro
con tante cose scritte con un sussurro.
Credi a quel suo messaggio come al mio cuore,
è la colomba bianca del nostro amore.

A te, nella luce calda del sole d'or,
verrà la paloma bianca del nostro amor.
E tu, ripetendo lieta la mia canzon,
un di la vedrai posare sul tuo balcon.

Se potessi anche tu
spiegar l'ali in un volo
e tornare al mio cuor triste e solo
per non lasciarlo più!
dammi il tuo amor!

mercoledì 8 maggio 2013

SIAMO TUTTI UGUALI


SIAMO TUTTI UGUALI
(chi più e chi meno)
Adriano Balestra
Non vuol essere un “saggio” sulla storia dell’umanità ma semplicemente uno “studio”, e ben modesto, sul differente sviluppo temporale delle varie culture e cosiddette “civilizzazioni”, nelle varie parti del mondo, a volte distanti geograficamente, a volte molto vicine.
Un “saggio” può scriverlo chi sa’, uno “studio” può scriverlo chiunque. Entrambi possono esser validi o non esserlo affatto.
Partendo dalle attuali datazioni della preistoria dell’uomo ed arrivando ai giorni nostri possiamo intuire che, nonostante la più moderna e dettagliata suddivisione delle ere dell’umanizzazione, merito dei sistemi scientifici di datazione dei reperti, non si può assolutamente dire che un certo tipo di Homo Sapiens sia vissuto in un certo periodo.
Si può invece dire con scientifica certezza che un certo tipo di Homo Sapiens è vissuto in un dato luogo.
Lo scopo di questo studio è di chiarire che non esistono sviluppi della primordiale umanizzazione datati globalmente allo stesso modo, e che non esistono sviluppi delle varie culture e “civilizzazioni” datati globalmente allo stesso modo.
Non voglio assolutamente dare dei giudizi di valore alle varie culture ed è per questo che ho messo fra virgolette il termine “civilizzazione”.
L’uomo della pietra, probabilmente, era migliore di noi, ma qui non voglio fare della filosofia o della morale.
Il mio scopo è quello di dire (dimostrare sarebbe un termine estremamente presuntuoso) che nel 2013, in certe parti del pianeta Terra, esiste ancora l’uomo delle caverne e tutte le sue evoluzioni, fino all’uomo del medioevo.
Anche nel cosiddetto mondo civile esistono e convivono persone appena acculturate, se non semianalfabeti o analfabeti totali. Per arrivare a persone con la laurea, scienziati e geni.
Una persona, di livello culturale infimo, un giorno mi ha detto, convinta, "noi siamo andati sulla Luna".
Io gli ho fatto notare che sulla Luna è andato solo qualcuno, assistito da un gruppo di tecnici altamente specializzati. Lui al massimo ha fatto un viaggetto in treno.
Concludo asserendo che nonostante le religioni, i movimenti politici, i moralisti e i filosofi,
GLI UOMINI NON SONO TUTTI UGUALI      (PER FORTUNA !)
08 maggio 2013      Adriano Balestra

domenica 5 maggio 2013

ANIMA O CERVELLO


ANIMA O CERVELLO

Adriano Balestra


 Il pensiero, le emozioni, i sentimenti, sono di esclusiva matrice nervosa.
Le neuroscienze ormai sono in grado di giustificare ciò che molti chiamano “anima”.


Con questo non voglio negare l’esistenza di un Dio o di una “causa prima”, voglio solo demolire il concetto secondo il quale la coscienza non è riconducibile alla materia connettiva.
La ricerca neuroscientifica afferma e dimostra il contrario, i tempi in cui “la scienza non era in grado di spiegare la coscienza” sono terminati.

Le leggi dell’evoluzione biologica dimostrano  che l’uomo deriva da specie inferiori ( dai pesci, passando per i mammiferi inferiori, scimmie e poi ominidi). Cosa significherebbe che l’anima, cioè i processi cerebrali non siano obbligati a seguire le leggi dell’evoluzione!!?
E’ ormai ampiamente dimostrato in esperimenti seri di neurobiologia che, danneggiando o modificando in qualunque modo alcune aree cerebrali, il comportamento di un soggetto può cambiare in maniera notevole, creando un diverso stato di coscienza di quell’individuo che prima mostrava un certo comportamento etico (quindi derivante dall’anima come la definite voi) poi completamente diverso (una nuova anima viene create appena si modifica il cervello??) e cosa dire delle persone che sono ritardate, la loro anima si e’ inceppata??? cosa sarebbero, degli automi ? Dei cani??


IPPOCRATE (460 aC – 377 aC)
L’uomo dovrebbe sapere  che è dal cervello, e dal cervello soltanto, che nascono il piacere, la gioia e il riso, così come il dispiacere, il dolore e la paura.
Tramite esso, in particolare, pensiamo, vediamo, udiamo e distinguiamo il brutto dal bello, il male dal bene, ciò che è gradito da ciò che è sgradito.

LIBRO O FILM


LIBRO O FILM

Se leggi un libro e poi vedi il film tratto dallo stesso libro avrai una delusione.

Il libro ha stimolato la tua immaginazione e ti sei creato personaggi e ambienti in base alle descrizioni dell'autore.

Il film, sia per esigenze di durata (massimo due ore), sia per altri motivi di marketing e talvolta di censura (esiste ancora!) modifica il contenuto del libro.

Il film è più comodo perché ti evita la fatica di leggere e fa di te un soggetto passivo che riceve ma non partecipa.

Personalmente, preferisco leggere libri e vedere film scritti appositamente, ma non tratti da libri.

Di una cosa sono certo. Non faranno mai un film tratto dal mio blog (almeno lo spero per il bene della cultura!)

Adriano Balestra             5 maggio 2013

sabato 4 maggio 2013

BARACK


LINGUE SEMITICHE

Barack (nome arabo)
Baruch (nome ebraico)
significano entrambi Benedetto

Barack Obama
Presidente degli Stati Uniti d'America
prenome arabo, basato sul termine باراك (barak)

Baruch Spinoza
filosofo ebreo ( in ebraico: ברוך שפינוזה )
in latino: Benedictus de Spinoza;
in portoghese: Bento de Espinosa;
in spagnolo: Benedicto De Espinoza;

Adriano Balestra     5 maggio 2013

mercoledì 1 maggio 2013

OCCHI NERI Очи черные


Occhi neri
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Occhi neri (russo Очи чёрные, Oči čёrnye (da pronunziare Oci ciornie); ingleseBlack eyesfranceseLes yeux noirs) è una canzone popolare russa.
Il testo della canzone fu scritto dal poeta e scrittore ucraino Èvgen Pavlovič Hrebinka (Ucraino: Євген Павлович Гребінка) (1812-1848). La prima pubblicazione della poesia fu nella rivista “Literaturnaja gazeta” il 17 gennaio 1843.
Le parole furono in seguito poste nel Florian Hermann's Valse Hommage (in un arrangiamento di S. Gerdel) e pubblicato come romanza il 7 marzo 1884.
Sebbene spesso sia considerata come una canzone russa gitana, le parole e la musica furono rispettivamente scritte da un ucraino e da un tedesco. Feodor Chaliapin rese popolare la canzone all’estero con una propria versione.

Poesia (versione originale di Hrebinka) 
Russo
Traslitterazione
Traduzione in italiano
1.
Очи черные, очи страстные,
очи жгучие и прекрасные,
как люблю я вас, как боюсь я вас,
знать увидел вас я в недобрый час.
 2.
Ох, недаром вы глубины темней!
Вижу траур в вас по душе моей,
вижу пламя в вас я победное:
сожжено на нем сердце бедное.
3.
Но не грустен я, не печален я,
утешительна мне судьба моя:
Всё, что лучшего в жизни бог дал нам,
в жертву отдал я огневым глазам!
1.
Oči čёrnye, oči strastnye,
oči žgučie i prekrasnye,
kak ljublju ja vas, kak bojus' ja vas,
znat' uvidel vas ja v nedobryj čas.
 2.
Och, nedarom vy glubiny temnej!
Vižu traur v vas po duše moej,
vižu plamja v vas ja pobednoe:
sožženo na nem serdce bednoe
3.
No ne grusten ja, ne pečalen ja,
utešitel'na mne sud'ba moja:
Vsё, čto lučšego v žizni bog dal nam,
v žertvu otdal ja ognevym glazam!
1.
Occhi neri, occhi appassionati
occhi infuocati e bellissimi,
quanto vi amo, quanto vi temo,
di sicuro, vi ho scorto in un momento sfortunato.

2.
Oh, non per nulla siete più scuri degli abissi!
Vedo in lutto il mio cuore in voi,
vedo una fiamma trionfante in voi:
un povero cuore immolato in esso.
3.
Ma io non sono triste, non sono addolorato,
la mia sorte mi è di conforto:
Tutto ciò che è meglio in vita, Dio ci ha dato,
in sacrificio ritornerò ai focosi occhi!

Canzone Testo (versione Chaliapin) 
Russo (alfabeto Cirillico)
Traslitterazione
Traduzione italiana
Очи чёрные, очи жгучие,
очи страстные и прекрасные,
как люблю я вас, как боюсь я вас,
знать увидел вас я не в добрый час.
Очи чёрные, очи пламенны
и мaнят они в страны дальные,
где царит любовь, где царит покой,
где страданья нет, где вражды запрет.
Очи чёрные, очи жгучие,
очи страстные и прекрасные,
как люблю я вас, как боюсь я вас,
знать увидел вас я не в добрый час.

Не встречал бы вас, не страдал бы так,
я бы прожил жизнь улыбаючись,
вы сгубили меня очи чёрные
унесли на век моё счастье.
Очи чёрные, очи жгучие,
очи страстные и прекрасные,
как люблю я вас, как боюсь я вас,
знать увидел вас я не в добрый час.
Oči čёrnye, oči žgučie,
oči strastnye i prekrasnye,
kak ljublju ja vas, kak bojus' ja vas,
znat' uvidel vas ja ne v dobryj čas.
Oči čёrnye, oči plamenny
i manjat oni v strany dal'nye,
gde carit ljubov', gde carit pokoj,
gde stradan'ja net, gde vraždy zapret.

Oči čёrnye, oči žgučie,
oči strastnye i prekrasnye,
kak ljublju ja vas, kak bojus' ja vas,
znat' uvidel vas ja ne v dobryj čas.

Ne vstrečal by vas, ne stradal by tak,
ja by prožil žizn' ulybajučis',
vy sgubili menja oči čёrnye
unesli na vek moё sčast'e.

Oči čёrnye, oči žgučie,
oči strastnye i prekrasnye,
kak ljublju ja vas, kak bojus' ja vas,
znat' uvidel vas ja ne v dobryj čas.
Occhi neri, occhi fiammanti,
appassionati e splendidi occhi,
vi amo così tanto, vi temo così tanto,
di sicuro, vi ho visti in un'ora sfortunata.

Occhi neri, occhi fiammanti,
mi attirano verso terre lontane,
dove regna l'amore, dove regna la pace,
dove non c’è sofferenza, dove la guerra è bandita.

Occhi neri, occhi fiammanti,
appassionati e splendidi occhi,
vi amo così tanto, vi temo così tanto,
di sicuro, vi ho visti in un'ora sfortunata.


Se non vi avessi incontrato, non soffrirei così,
avrei vissuto la mia vita sorridendo,
mi avete rovinato, occhi neri,
mi avete portato via la felicità per sempre.
Occhi neri, occhi fiammanti,
appassionati e splendidi occhi,
vi amo così tanto, vi temo così tanto,
di sicuro, vi ho visti in un'ora sfortunata.


                                                                                                                                                                              

mercoledì 17 aprile 2013

IL TEMPO VOLA


IL TEMPO VOLA

Io ho scoperto perché.

Ad un certo punto della vita, a una certa età, il tempo sembra scorrere molto più in fretta.

Quante volte diciamo "sembrava ieri" e invece é passato diverso tempo.

Quando eravamo più giovani, specialmente nel periodo scolastico, le nostre giornate erano molto diversificate.

Ora le giornate sono tutte uguali, ripetitive.

Però se andiamo in ferie o anche se passiamo un fine settimana un po' diverso, le giornate saranno più lunghe, molto più lunghe!

Provate a verificarlo alla fine di una giornata diversa da quelle ripetitive di sempre e resterete meravigliati.

 Questo non vi cambierà la vita, ma imparerete a comprendere come funziona il vostro cervello e a dialogare con lui.

Adriano Balestra        17 aprile 2013

sabato 13 aprile 2013

CARI AMICI


IL MIO BLOG

Amici che hanno letto sul mio blog, vorrei chiarirvi qualcosa.

Prima di tutto il termine BLOG è composto da WEB - LOG, del web rimane la B e LOG vuol dire diario.
A me è piaciuta l'idea di ripescare dei miei vecchi scritti sparsi qua e là nei miei computer e nelle  mie penne usb.
Mi sono ripromesso di riportare brani (post) di diversi argomenti che credo dovrebbero far parte della vita, ho deciso inoltre che siano di pubblico dominio.
I miei interessi intellettuali spaziano in diversi campi, in pratica non gradisco la specializzazione in una materia. Naturalmente essere eclettici vuol dire studiare di tutto ma limitatamente.
Tanto per chiarire perché i miei post variano dalla poesia alla neuroscienza, ma, volutamente, mi sono autocensurato su politica e religione.
Ritengo di essere preparatissimo sugli argomenti che non pubblico, ma nel mio blog intendo rispettare le idee di tutti.

Ciao a tutti,

adriano

13/04/2013